La T.A.A. è un’attività che si avvale dell’aiuto dell’animale ed è quindi in grado di fornire potenti stimoli sia a contenuto fisiologico che psicologico.
Prendendo in considerazione il primo aspetto vediamo come il cavaliere sia sottoposto a sollecitazioni di regolazione posturale nei tre piani dello spazio, utili per conseguire un miglioramento del controllo posturale globale (capo-tronco). Il dorso del cavallo è paragonabile a un piano oscillante mobile sui tre piani dello spazio in grado di fornire al cavaliere input di natura tattile, propriocettiva e vestibolare che vengono utilizzati sia per l’acquisizione di un controllo posturale corretto sia per l’apprendimento di reazioni di equilibrio e di raddrizzamento. Anche dal punto di vista coordinativo sono numerosi gli stimoli forniti dal cavallo ed è completa la gamma di esercizi per lo sviluppo delle capacità coordinative che possono essere eseguiti stando seduti in sella.

Per quanto riguarda il secondo aspetto della riabilitazione equestre è una terapia di tipo regressivo ed essenzialmente relazionale.
E’ questo un altro elemento che distingue l’attività in questione da altre forme riabilitative. E’ relazionale grazie all’introduzione di un mediatore vivo: il cavallo, animale dotato di intelligenza e capacità d’attenzione.
Il cavallo è soggetto attivo che riesce a trasmettere molteplici sensazioni e a differenza di altri animali domestici, si può montare rappresentando così il prolungamento del corpo del cavaliere.

Inoltre il cavallo è un animale che fa parte della cultura di tutti i popoli fin dall’inizio dell’umanità.
Il rapporto Uomo-Cavallo nasce dal simbolismo, dal fantasmatico e dall’inconscio individuale e collettivo. Testimoni di ciò sono autori che hanno studiato questo rapporto da un punto di vista psicoanalitico (Freud, Joung). Così anche studi attuali di psicologia vedono il rapporto equilibrato fra uomo e cavallo come una sorta di conciliazione fra la componente istintiva e quella controllata che c’è in ognuno di noi.

Il cavallo e il suo mondo rendono dunque l’intervento terapeutico altamente motivante, permettendo inoltre una relazione dinamica di adattamento creativo per la varietà delle situazioni che si vivono. La motivazione è per definizione l’insieme dei fattori dinamici che determinano il comportamento; è il motore che risveglia l’interesse qualora ci sia una prospettiva di piacere.
E’ il punto di partenza per lo sviluppo intellettivo e psicologico.

Il disabile a cavallo è investito da un insieme di sensazioni totalmente differenti da quelle che egli è solito vivere; è libero di servirsi dei mezzi messi a sua disposizione per entrare in contatto con l’animale. Il piacere senso-motorio, il contatto fisico pelle contro pelle, provocano un risveglio a livello di sensazioni primitive tali da rendere l’allievo, gradualmente, padrone della situazione e responsabile delle proprie azioni.

  • La R.E. ha diverse implicazioni riabilitative le più importanti delle quali sono riportate di seguito:
    Aggiustamento del tono muscolare ed equilibrio: il movimento del cavallo al passo si irradia dal bacino del soggetto verso la nuca e gli arti inferiori e superiori che, non più influenzati dal carico gravitazionale, subiscono una progressiva decontrazione muscolare. Attraverso le partenze, gli arresti, i cambi di direzione e velocità, il soggetto è costretto ad una serie di adattamenti delle diverse parti del corpo sul tronco e lo sguardo si allinea parallelamente al suolo.
  • Motricità globale: il passo del cavallo provoca traslazioni antero-posteriori, trasversali, verticali e rotazione sul piano orizzontale a livello del bacino. Il soggetto è coinvolto in una attività motoria globale che richiede una maggior coordinazione dei movimenti atti alla guida del cavallo e contestuali atteggiamenti deputati alla conservazione di un corretto equilibrio.
  • Motricità fine: i soggetti partecipano attivamente alla preparazione del pasto del cavallo e alla sua cura (accarezzare, abbracciare, pettinare la coda, spazzolare, strigliare, mettere e togliere il fascione), in questo modo è possibile sviluppare capacità relative alla motricità fine.
  • Organizzazione spazio-temporale: si fornisce al soggetto un’informazione corretta del campo propriocettivo, poiché il cavallo consente posture adattive e spostamenti che facilitano sia l’analisi dell’idea di spazio, sia la realizzazione di movimenti gestuali finalizzati all’integrazione di un nuovo schema corporeo. Per tale motivo il maneggio viene opportunamente allestito disponendo punti di riferimento come ad esempio: lettere o figure, che rappresentano degli input visivi in grado di favorire l’orientamento spazio-temporale, oltre che essere riferimenti direzionali per l’esecuzione di figure di base dell’equitazione.
  • Schema corporeo: attraverso i numerosi stimoli sensoriali (propriocettivi, esterocettivi, enterocettivi,) derivati dall’attività. si ottiene un corretto sviluppo dello schema corporeo che a sua volta produce corretti atti motori per un successivo sviluppo dello schema motorio del bambino.

La T.A.A. è uno stimolo per lo sviluppo di questi elementi favorendo la presa di coscienza dei punti di appoggio del soggetto a cavallo, dell’attività muscolare nell’alternarsi di controllo tonico e rilassamento, degli spostamenti segmentari e dei giochi articolari in risposta ai movimenti del cavallo.
Il cavallo fonte e tramite di relazione: il cavallo provoca un risveglio dell’affettività de è capace di rendere ricca e significativa la seduta, è uno strumento vivo di cui il soggetto deve prendersi cura e con cui deve instaurare un rapporto di reciproca fiducia ed affetto.