Paddock, l’impegno dei volontari

Paddock, l’impegno dei volontari <<Amiamo i bambini a cavallo>>

L’associazione, con sede alla Barca, si occupa di disabili da 30 anni

I cavalli come mediatori per educare e assistere le persone con siturbi pervasivi dello sviluppo, iperattività e deficit di attenzione o in fase riabilitativa.

Da 30 anni l’associazione di volontariato il Paddock, riconosciuta dal Ministero della sanità e in collaborazione con numerose istituzioni cittadine, si occupa proprio di riabilitazione equestre.
Ad oggi fornisce terapie assistite a oltre 60 bambini disabili e 80 normodotati e, in un’ottica di crescita e diversificazione, anche il Senatore Pier Ferdinando Casini ha fatto loro visita per vedere di persona la realtà del Paddock in azione. Infatti, il primo contatto tra l’ex Presidente della Camera e l’associazione risale al 1992, anno in cui si è tenuto il Convegno nazionale sulla riabilitazione equestre.

Il fondatore Tibaldi: <<Siamo stati tra i primi a credere nell’ippoterapia, ora ci stiamo ingrandendo>>.

<<Nella letteratura scientifica si parla da tanto tempo degli effetti benefici, sia  livello neuromotorio che neuropsicologico, dell’ippoterapia e dell’interazione uomo-cavallo – spiega il medico specialista in Neurologia Marco Tibaldi, fondatore dell’associazione -. Tuttavia noi siamo stati tra i primi in Italia a credere nelle potenzialità di questa “pet therapy”>>.

Il cavallo, con le sue doti di intelligenza, adattamento e sensibilità, aiuta coloro che sono affetti da autismo, ma non solo, a costruire un rapporto diretto con l’animale, per poi rifletterlo sugli esseri umani.
A livello fisico, le sedute in sella servono a sollecitare la risposta neuromotoria grazie al particolare movimento su tre piani che solo il cavallo ha.

Il paddock ha stretto una profonda rete con il territorio regionale e si occupa anche di altri aspetti del sociale, fornendo progetti alternativi al carcere minorile e formazione lavorativa, legata al giardinaggio e alla gestione del maneggio, per persone che vivono in condizioni di indigenza, in rapporto ai servizi per le nuove povertà emergenti.

<<Oltre all’Ippoterapia, credo molto nel teatro – aggiunge Marco Tibaldi -. Da anni, infatti, organizziamo rievocazioni storiche di alcune battaglie.
Questi ragazzi entrano nel personaggio e ciò li aiuta a recuperare la propria vita. In più, la cavalleria bolognese nel 1200 era una tra le più forti: è giusto renderle omaggio>>.
Queste e tante altre proposte costituiscono la realtà del Paddock, che dal 2005 si è trasferito al Centro sportivo Barca, in via Sanzio: <<Stiamo per aprire anche a Modena – racconta la pedagogista Angela Ravaioli -, ma abbiamo un progetto più ampio nel cassetto, per cui ci ha fatto visita lo stesso Casini>>.

L’idea sarebbe quella di ingrandirsi e aprire una nuova struttura a Bentivoglio, nella frazione di Fabbreria, dove si creerebbe una realtà che integra il mondo agricolo, sociale e culturale.
<< Viste le tante richiest, soprattutto per i servizi alle nuove povertà emergenti, vorremmo creare una struttura in cui poter fare corsi apposta, laboratori per ragazzi con disabilità e scuderia con box – chiude Ravaioli -. L’idea era di fondare una coop sociale con partita Iva agricola, ma alla luce delle nuove riforme del settore, vedremo come strutturarla>>.

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